Il sesto titolo della Stagione di Prosa, tra i testi più rappresentati del repertorio francese contemporaneo, è messo in scena ininterrottamente da un quarto di secolo: l’adattamento teatrale di Variazioni enigmatiche, opera scritta nel 1995 dal drammaturgo transalpino Éric-Emmanuel Schmitt, è al Verdi sabato 25 e domenica 26 febbraio con Glauco Mauri e Roberto Sturno nei ruoli protagonisti. Produzione della stessa Compagnia Mauri Sturno, nella traduzione e nell’adattamento di Glauco Mauri con la regia di Matteo Tarasco, le scene e costumi sono di Alessandro Camera, le musiche di Vanja Sturno, le luci di Alberto Biondi.
Il titolo di Variazioni enigmatiche è ispirato alla sinfonia del compositore inglese Edward Elgar ed è anche il leit-motiv di tutta l’opera impostata appunto sulle variazioni di una melodia nota, ma che non si riesce a individuare. Tutto avviene su una piccola isola del Mare di Norvegia dove vive il Premio Nobel per la letteratura Abel Znorko, personaggio assai bizzarro. Da lui si reca, con il pretesto di un’intervista, il reporter Arik Larsen desideroso di conoscerlo. Abel trascorre il tempo componendo lettere per una donna misteriosa che ama da 15 anni. Vibrante è il colloquio tra i due uomini, in una alternanza di ferocia e compassione, di ironia e di pietà. Fino all’ultimo drammatico segreto che si svela in una intervista trasformata nell’affascinante scoperta di verità taciute. «Variazioni Enigmatiche – spiega Glauco Mauri – è una partita a scacchi, un intreccio psicologico, un incontro-scontro tra due uomini legati alla figura di una donna. Qual è il vero motivo dell’incontro tra i due? E perché il grande Abel Znorko, solitario e misantropo, ha accettato per la prima volta di ricevere uno sconosciuto giornalista? Solo alla fine, l’ultima lancinante rivelazione svelerà il vero motivo dell’incontro… e l’uomo scoprirà nell’altro uomo lo stesso bisogno di comprensione e d’amore».