Con Norma una grande apertura di Stagione Lirica

Avvio in grande stile della Stagione Lirica 2022/2023 del Verdi. Norma, capolavoro di Vincenzo Bellini, tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani, è in scena sabato 29 e domenica 30 ottobre nel nuovo allestimento del Teatro di Pisa e Circuito OperaLombardia. Regia di Elena Barbalich, scene e costumi di Tommaso Lagattolla, luci disegnate da Marco Giusti. L’opera torna ad essere presentata al pubblico della nostra città soltanto per la seconda volta negli ultimi venticinque anni, seguendo la messa in scena della Stagione 2009/2010. 

Sul podio dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali il Maestro Alessandro Bonato, uno dei più interessanti e giovani talenti italiani. Massimo Fiocchi Malaspina dirige il Coro OperaLombardia. A dar vita ai personaggi descritti dalla penna di Romani, i soprani Martina Gresia (recita del 29 ottobre) e Berna Perles (30 ottobre) nel ruolo della sacerdotessa Norma, Veta Pilipenko, mezzosoprano in grande ascesa, che interpreta Adalgisa mentre, nei ruoli maschili, il tenore Antonio Corianò è il proconsole romano Pollione e il basso Alessandro Spina il druido Oroveso. Clotilde è Benedetta Mazzetto mentre Flavio è Raffaele Feo.

Con Norma, andata in scena in prima assoluta nel 1831 al Teatro alla Scala di Milano, Vincenzo Bellini raggiunge l’apice del proprio lirismo vocale riuscendo, al contempo, a imprimere una grande forza drammatica ai personaggi solistici e una imponente e a volte barbarica solennità al Coro, che si trasforma in un affresco vivente. La vicenda di Norma è la storia di due mondi che si scontrano: quello Romano, solare, mediterraneo, urbanizzato, e quello nordico, notturno e misterioso, immerso nella natura dei Galli che cercano, ormai invano, di ribellarsi all’invasione. Come spesso accade, le grandi tragedie di un popolo si possono raccontare partendo da un dramma personale, come quello di Norma, sacerdotessa druida che si innamora del condottiero nemico, il proconsole romano Pollione. Per amore, Norma sacrificherà tutto, mentre Pollione la tradirà con un’altra donna. Solo nella morte ritroveranno l’antica unione, quando il fuoco della pira li avvolgerà in un eterno abbraccio. Scrive la regista Elena Barbalich: «Nell’affrontare la creazione della messinscena di Norma, ho individuato nell’opera un possibile punto di passaggio, che trasporta l’opera dalla dimensione classica a quella romantica, dove il rogo finale rappresenterebbe un punto di non ritorno. Il dato notevole risulta la data: 1831. Il melodramma di Bellini sembra quasi concentrarsi su di un passaggio significativo, quello che fa confluire un mondo ancora legato al gusto neoclassico in una dimensione a mio avviso potentemente romantica».