Il teatro popolare pisano torna protagonista al Verdi: all’insegna della risata, martedì 31 maggio alle 20:30 si alza il sipario sulla celebre parodia musicale in vernacolo Otello, er moro di Pisa, allestita dal Lions Club Pisa Certosa insieme al Crocchio Goliardi Spensierati, compagnia specializzata in questo repertorio che, fondata nel 1921, miete successi in tutta Italia da ormai cento anni. Testi di Lorenzo Gremigni, regia di Giuseppe Raimo, musiche di Bruno Bardi, mostro sacro della nostrana goliardia che a 99 anni parteciperà all’esecuzione dell’inno “Bimbe di Pisa”. Il ricavato della serata andrà alla Fondazione Stella Maris come già nelle passate occasioni (Francesca da Rimini nel 2018 e La Traviata nel 2019). L’ultima del “Moro di Pisa” nel nostro teatro risale alla fine del 2015.
La prima versione dell’Otello in vernacolo pisano, in endecasillabi sciolti, fu approntata nel 1932 dai famosi goliardi pisani Pescatori e Bertellotti. Da allora il testo ha subito innumerevoli arrangiamenti e modifiche fino all’ultima riscrittura completa ad opera di Lorenzo Gremigni, “capitano” del C.G.S. e oggi sempre più figura di riferimento nel panorama della cultura vernacola e del teatro goliardico pisano. Così dal programma di sala della serata: «Il celebre dramma del “moro di Venezia” viene trasportato sotto la Torre pendente lasciando intatto il tema centrale, che rimane quello della cieca gelosia, alimentata dalla ignobile calunnia di Jago e dai sospetti mai sopiti su Cassio. Tutto si svolge in pochi giorni nel palazzo Gambacorti, dove i giovani sposi tornano di ‘asa insieme agli altri personaggi ed ai loro numerosi servitori […] Ma qui il perno della contesa non è più il celebre fazzoletto bensì la mutanda dell’infelice Desdemona: Che banda, ‘un si trova la mutanda…, canta la struggente voce tenorile del menestrello all’inizio del terzo atto, mentre sta per consumarsi la tragedia. […] Le trame di Jago convincono Otello che Desdemona altro non è che una trugolona da eliminare. Così, tra lo sconcerto generale, Desdemona finisce a Cisanello, il traditore Jago viene rapidamente passato a fil di spada mentre tenta di nascondersi alla Stazione travestito da kebabbe, e Otello finisce incatenato a Livorno a fare il quinto dei Quattro Mori».
Il cast è composto da tutti attori conosciuti e affermati nel teatro vernacolo, a partire dallo stesso Gremigni (Otello), poi Leonardo Ferri (Desdemona), Marco Gremigni (Braganzio), Mario Messerini (Jago), Fabio Vasarelli (Cassio), Fabiano Cambule (Zaira), Antonio Boldrini (Strusciamuri), Alessio Panetti (Meledoro) e Guido Bini (Ercole), accanto alla giovanissima esordiente Cecilia Gremigni (Marfisia). Sul palco anche il Coro dell’Università di Pisa e l’irresistibile corpo di ballo goliardico “20 cosciotti non depilati 20” composto da “leggiadri danzatori ipervillosi”, “ammaestrati” da Sabrina Di Cristofaro. Le musiche di Bruno Bardi, detto “er Puccini della goliardia”, sono eseguite dal “Quartetto Beppe Del Genovese” con Mauro Redini al mandolino, Ettore Dreucci al pianoforte, Franco Bonsignori e Alessandro Sodini alla fisarmonica. La locandina e le scenografie dello spettacolo sono di Nicola Gorreri, i costumi sono del Teatro Verdi e di Massimo Poli. Partecipa il Gruppo Sbandieratori e Musici Città di Pisa diretto da Antonio Pucciarelli. La prevendita dei biglietti è attiva presso il Botteghino del Teatro e su www.vivaticket.it (€. 25 platea, palchi di I e II ordine; €. 15 palchi di III ordine; €. 10 galleria). Attenzione allo slogan che avverte sempre e inequivocabilmente il pubblico dalla locandina: Si ride da morì: portateci la sòcera!.