Viktor, Viktoria, Veronica

È già a un picco il grafico della Stagione di Prosa del Teatro di Pisa, anche questa al terzo titolo in programma. Una Veronica Pivetti definita “in forma smagliante” è la protagonista di Viktor und Viktoria, al Verdi sabato 21 e domenica 22 dicembre, commedia musicale liberamente ispirata all’omonima pellicola cinematografica di Reinhold Schünzel del 1933. A questa seguì anche un remake di Blake Edwards nel 1982 con Julie Andrews nel ruolo principale. Lo spettacolo, una produzione 2018/2019 di a.ArtistiAssociati/Pigra srl, regia di Emanuele Gamba, è per la prima volta sui palcoscenici italiani nella versione originale. 

Una grande prova d’attrice di Veronica Pivetti, che si cimenta brillantemente nell’insolito ruolo di Viktor/Viktoria. In una Berlino anni Trenta, frastornata dai fasti prima, e dalla miseria poi, della repubblica di Weimar, arriva un’attrice di provincia, spinta dalla fame e in cerca di una scrittura. Ma il mondo dello spettacolo non è sempre scintillante, e in piena crisi anche gli artisti devono aguzzare l’ingegno. Ecco quindi che, in seguito all’incontro con il collega Vito Esposito, immigrato italiano, Viktoria si finge Viktor e conquista le platee. Ma il suo fascino androgino presto susciterà curiosità e sospetti. Per questo spettacolo, nella versione originale di Giovanna Gra, si è scelto di rifarsi al primo film di Schünzel, anziché a quello più noto di Edwards, proprio per porre l’attenzione sul periodo storico della repubblica di Weimar e su note più profonde, mentre la regia di Emanuele Gamba ha voluto omaggiare il cinema degli anni Venti anche per mezzo della complicità del gioco di luci. Così ha commentato lo spettacolo Osvaldo Guerrieri, critico teatrale del quotidiano La Stampa: «[…] Lo spettacolo è elegante e a tratti lussuoso. Comincia in un’atmosfera miserabile da bohème e prosegue tra grand hotel, cristalli scintillanti, abiti da gran sera, in un gioco d’attori ben amalgamato e in qualche punto irresistibile per l’umorismo “all’antica napoletana”. Vi appare in forma smagliante Veronica Pivetti, che sulle prime, nel momento della fame nera, fa la Veronica Pivetti che il pubblico conosce. È cioè la maschera della donna buffa, incasinata e casinista. Ma poi sa trasformarsi, entra nel nuovo duplice ruolo con eleganza, con disciplina, con classe, rivelando inaspettate doti di cantante quando affronta con il dovuto “mood” espressionista le canzoni d’epoca […]».