Un anno dopo Francesca da Rimini, quattro anni dopo Otello, er moro di Pisa, un altro cavallo di battaglia del teatro vernacolo pisano torna protagonista sulle tavole del nostro massimo palcoscenico: La Traviata, “parodia vernacola der drammone di Verdi che ci s’è pianto tutti”, è in scena giovedì 5 dicembre alle 20.30. Per proseguire la fortunata stagione, che dura ormai da molti anni, della generazione attuale del Crocchio Goliardi Spensierati capitanata da Lorenzo Gremigni, nella sua meritoria operazione di riproposta di copioni storici del teatro goliardico, modernizzati a beneficio del pubblico di oggi.
La Traviata, il cui testo contemporaneo di Lorenzo e Marco Gremigni fu pubblicato nel 2004 (La Traviata. Parodia goliardica in vernacolo pisano, ETS), è ambientata non a Parigi, ma “tra Pisa e Orzignano”. Come è stato per la precedente Francesca da Rimini, è organizzata dal Crocchio insieme al Lions Club Pisa Certosa, ancora in favore della Fondazione Stella Maris per la realizzazione di una sala di attesa multisensoriale nell’ospedale pediatrico del Calambrone. Così Dino Dringoli, presidente Lions: «Dopo il successo della Francesca da Rimini dello scorso anno siamo felici di tornare al Verdi con una parodia ricca di humor e assente dalle scene dal 2013, quindi molto attesa dai pisani. Sono certo che la bravura degli interpreti, attori del Crocchio in testa, e l’interesse del pubblico consentiranno all’iniziativa di ottenere un nuovo tutto esaurito». Questo, in effetti, ci si aspetta ancora una volta per una serata in cui le risate vanno di nuovo a braccetto con la solidarietà.
In scena, per il Crocchio Goliardi Spensierati, gli attori Lorenzo e Marco Gremigni, Guido Bini, Fabiano Cambule, Mario Messerini, Antonio Boldrini, Fabio Vasarelli, Alessio Panetti e Emilio Murolo. Insieme a loro animano l’iniziativa gli immancabili “24 Cosciotti non Depilati 24”, l’ormai celebre corpo di ballo goliardico “ammaestrato” da Sabrina Di Cristofaro, impegnati nei tre balli “Valzer del castagnaccio”, “Zingarelle” e “Can Can di Enrico Toti”. E il tenore professionista Marco Mustaro che impersona Pavarotti. Partecipano inoltre il Coro dell’Università di Pisa, il Circolo Pisano della Società di Danza, il “Quartetto Beppe Del Genovese” con Alessandro Sodini e Franco Bonsignori alle fisarmoniche, Ettore Dreucci al pianoforte e Mauro Redini al mandolino. I costumi sono stati affidati a Massimo Poli e le sempre bellissime scenografie originali sono opera di Nicola Gorreri. Regia nuovamente a carico di Giuseppe Raimo, regista di comprovata esperienza e noto animatore del teatro amatoriale pisano. I biglietti, pochi ancora disponibili per uno spettacolo molto atteso, sono in vendita alla biglietteria del Teatro Verdi al costo di 25 euro per platea e palchi di I e II ordine, 20 euro per palchi di III ordine, 15 euro galleria, 10 euro loggione.