30 anni di carcere

Sabato 6 ottobre alle 21, con replica domenica 7 alle 17, la stagione di prosa del Teatro di Pisa si apre con un anniversario e un traguardo non scontato, i trent’anni di attività della Compagnia della Fortezza: sul palco insieme ai detenuti-attori del carcere di Volterra anche i figuranti-allievi dei laboratori di Fare Teatro del Verdi. “Beatitudo”, liberamente ispirato alla poesia di Borges, con la regia e drammaturgia di Armando Punzo, si riallaccia alla poetica e alle immagini degli spettacoli di questi 30 anni, accompagnando il pubblico in un viaggio nell’ignoto in cui “non sono più sicuro di niente, ma non vorrei tornare indietro”.
Armando Punzo e la Compagnia della Fortezza hanno trasformato un istituto di detenzione tra i più duri in Italia in luogo di cultura dove la comunità temporanea che si crea nell’assolato cortile del carcere, in estate, condivide momenti fuori dall’ordinarietà della vita quotidiana.

Molte le iniziative a corredo della prima pisana, dalla mostra fotografica fuori e dentro il foyer, ai laboratori per ragazzi, per festeggiare la Compagnia e il legame forte con il teatro di Pisa, che per la prima volta ospitò una replica di uno spettacolo della Fortezza fuori dal carcere, grazie ai permessi per i detenuti e alla pervicace volontà di Punzo: il successo del Marat-Sade nel ’93 fu tale che da allora tutte le tournée in esterna della Compagnia furono inaugurate a Pisa. L’ultimo Shakespeare di due anni fa – “Dopo la tempesta” in scena al Verdi nell’ottobre 2016 – ha generato un periodo di ricerca e ripensamenti CONTRO Shakespeare e il suo mondo di personaggi eterni e perfettamente definiti come Macbeth o Riccardo III.
Così spiega Punzo stesso: “Se dentro un carcere pensi di restare per sempre Riccardo III non hai speranza di diventare altro, di cambiare (…). Abbiamo abbandonato l’umanità scolpita da Shakespeare e ci siamo rivolti al poeta argentino Jorge Luis Borges, tutt’altro autore, padre di infiniti personaggi in cui non ti puoi identificare: sembra che lui voglia restituire un mondo contrario a quello che per noi è la realtà, corrodendo ogni certezza”.
La biblioteca, il labirinto, l’infinito, lo specchio, il giardino dei sentieri che si biforcano, le rovine circolari sono i protagonisti principali del mondo di Borges, in cui abitano figure fuori dalla storia e dalla vanità della vita. Ancora Punzo, in conferenza stampa: “Le persone che dicono Questa è la realtà, Questa è la vita, non vanno frequentate, non vanno invitate a cena, vanno evitate. Bisogna provare a sporgersi un po’ più in là”.
Anche la musica dello spettacolo subisce la fascinazione dell’inedito, grazie alla storica collaborazione col musicista e sound designer Andrea Salvadori, che ha trascorso l’ultimo anno nella Fortezza di Volterra a cercare una musica che non sollecitasse alcuna emozione.
In scena a calpestare questi suoni a Volterra, nel debutto in carcere a fine luglio, c’erano:
Armando Punzo, Salvatore Altieri, Sebastiano Amodei, Antonio Arienzo, Mohammad Arshad, Yosmeri Armas Castilla, Andrej Ayala, Said Bahy, Saverio Barbera, Nikolin Bishkashi, Christian Bracci, Paolo Brucci, Mario Cabras, Placido Calogero, Rosario Campana, Vincenzo Carandente Giarrusso, Maxwell Caratti, Emanuele Caruso, Diego Carvalhais, Roberto Cecchetti, Gillo Conti Bernini, Giuliano Costantini, Ismet Cuka, Pierluigi Cutaia, Elis Dedei, Lucio Di Iorio, Fabrizio Dipasquale, Lucio Di Roberto, Domenico Donato, Nicola Esposito, Vitale Esposito, Vincenzo Fagone, Fan Faquan, Salvatore Farina, Giovanni Fontana, Giuseppe Galiano, Salvatore Giordano, Yana Zoe Giuffrida, Nunzio Guarino, Antonio Iazzetta, Massimo Interlici, Ibrahima Kandji, Naser Kermeni, Kujtim Kodra, Urim Laci, Domenico Maggio, Mbaresim Malaj, Massimo Marigliano, Paolo Marino, Jetmir Marku, Manuel Marrese, Luca Materazzo, Giovanni Mazzola, Gaspare Mejri, Nico Merola, Francesco Nappi, Tarek Omezzin, Luigi Palummo, Marian Petru, Eva Pistocchi, Ciprian Putanu, Francesco Randazzo, Hamadi Rezeg, Jhen – Aimè Riuambula, Tip Sai Saiw, Adrian Saracil Nicusor, Mario Serban, Giacomo Silvano, Vitali Skripeliov, Vincenzo Sorio, Gaetano Spera, Julian Sula, Simone Tarantino, Lucian Tarara, Luciano Testa, Mestan Thaqi, Francesca Tisano, Massimo Torre, Orazio Vaccaro, Tommaso Vaja, Fabio Valentino, Alessandro Ventriglia, Giuseppe Venuto William Villanova, Sinan Wang, Tony Waychey, Jian Dong Ye, Carlo Zingarello e il giovanissimo Marco Piras.
Non è noto chi di loro potrà calcare le scene di Pisa, ma i loro nomi parlano già di un’altra realtà, il mondo del carcere, da cui proviene, dal 1988, un afflato di speranza e di bellezza.

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