Una casa da amare e rispettare

«Ho il gusto di dirvi che questo Teatro vi adora». Introduce così, il Presidente della Fondazione Teatro di Pisa Giuseppe Toscano, una volta vinta la visibile emozione che lo aveva frenato per lunghi istanti. È così che si lascia andare, rivolgendosi a quel pubblico da grandi occasioni che ha affollato il Foyer, arrivando a riempire le file di sedie che proseguono all’esterno sotto il loggiato. Giovedì 28 giugno, in questa lusinghiera cornice, il Teatro Verdi ha presentato in anteprima le Stagioni 2018/2019

Volutamente pochi, quest’anno, i numeri sciorinati dal Presidente che di solito utilizza questa occasione per informare gli intervenuti su dati che, ormai da anni, restituiscono l’immagine di un Teatro virtuoso e dal bilancio in attivo, caso più che raro nel panorama nazionale dei tempi moderni. Il bilancio del Teatro è stato chiuso con un attivo di 3.335 euro. «Un apericena ci sta tutto», scherza Toscano sottintendendo al brindisi che verrà offerto al pubblico a fine incontro. Ma si tratta di un risultato che, messo a confronto con il disavanzo che nel 2008 ammontava a 1.160mila euro, si presenta in tutta la sua importanza come il frutto di una gestione eccellente e all’insegna dell’oculatezza. Toscano non perde l’occasione per cercare di trasmettere la rilevanza dell’opportunità rappresentata dall’Art Bonus, mediante il quale chi effettua erogazioni liberali a sostegno della cultura può recuperare il 65% dell’investito come beneficio fiscale. Un’opportunità a cui, ancora una volta, cerca di spronare le realtà imprenditoriali del territorio in favore del Teatro. Si entra dunque nel vivo delle anticipazioni sulle Stagioni che verranno, i cui cartelloni sono ancora suscettibili di variazioni. Prende la parola Stefano Vizioli, direttore artistico della Stagione Lirica, che esordisce con informazioni organizzative: le rappresentazioni operistiche resteranno in calendario alcune con una recita il venerdì e una la domenica, altre con sabato e domenica. Proprio la domenica resterà l’orario anticipato della recita per favorire gli abbonamenti dei circoli provenienti da fuori città. Resteranno le prove aperte, perché «il Teatro è la casa dei cittadini, una casa da rispettare e da amare». La Stagione si aprirà ad ottobre con L’opera del mendicante, in cartellone in soli tre teatri in Italia, che vedrà nel cast pilastri del mondo lirico. Seguirà a novembre il Mosè in Egitto di Rossini, a duecento anni dalla sua creazione. Le scene e i costumi dell’opera saranno appositamente realizzati con materiali di scarto «che si riconvertono nella bellezza del teatro». A gennaio e febbraio due titoli amatissimi del repertorio romantico, Lucia di Lammermoor di Donizetti e La Bohème di Puccini. Quest’ultimo titolo, nell’ambito del Progetto LTL Opera Studio, oltre alla coproduzione dei tre teatri di Pisa, Lucca e Livorno, vede la partecipazione della Scuola di Fiesole e del Maggio Musicale Fiorentino, dunque «cinque realtà toscane che si coagulano». A marzo chiuderà la Stagione il dittico Edipo Re e La Voix Humaine. Beatrice Magnolfi, Presidente di Fondazione Toscana Spettacolo, porta il saluto del Direttore Patrizia Coletta e ricorda che ormai da nove anni FTS collabora proficuamente con il Teatro di Pisa. Ma quest’anno il progetto è ancora più ambizioso con un totale di ventuno spettacoli tra i cartelloni di Prosa, Danza e Teatri di Confine, a cui si uniscono incontri e laboratori che fanno di questo «uno dei progetti più completi tra quelli portati avanti in Toscana». Chiude il suo intervento con un confronto tra le ultime due stagioni: nel 2016/17 diciannove repliche con 694 abbonati, nel 2017/18 diciassette repliche più quattro di danza con 804 abbonati. Significa che «sono passati i tempi in cui fare cultura voleva dire potersi permettere di avere bilanci in rosso. L’ultimo anno ha visto un vero record: circa 50mila euro in più da abbonati e biglietti. È così che si fa cultura». Toscano si unisce ricordando che il Verdi è uno dei pochi teatri in Italia che copre il 20% dei costi con lo sbigliettamento, prima di lasciare la parola a Silvano Patacca che accenna proprio alle Stagioni di Prosa, Danza e Teatri di Confine. «Dietro i ventuno titoli, che non sono solo un assemblaggio e si rivolgono a diversi pubblici, c’è la qualità». Si sofferma su uno spettacolo in particolare tra gli otto in cartellone per la Prosa, il Don Giovanni al femminile interpretato dalla cantante pisana Petra Magoni, sull’apertura di Teatri di Confine al Teatro Nuovo, che si trova in una zona della città ad alto livello di degrado, e sulle tre serate di danza ad aprile, sempre nell’ambito dello stesso programma. Elisa Guidi, responsabile di Comunicazione e Relazioni esterne della Scuola Normale, esprime soddisfazione circa l’esito della scorsa Stagione dei Concerti, la prima sotto la direzione artistica del Maestro Carlo Boccadoro, il quale interviene in collegamento telefonico anticipando, della stagione prossima, che il pianoforte tornerà a un ruolo da protagonista. Ci saranno ancora «musica antica e musica nuova, come sempre tradizione e innovazione si muoveranno insieme». All’incontro, al suo primo intervento in questa sede, ha presenziato il neosindaco di Pisa Michele Conti. A lui, in chiusura, si rivolge Giuseppe Toscano chiedendo «un impegno politico forte per il Teatro. Un Teatro che ha avuto grandi performance in questi anni, ma che è stato trattato male. Il FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo, ndr) non ci ha mai premiati, mentre altri teatri molto meno virtuosi sono stati trattati meglio». Conclude, Toscano, con una “preghiera” finale al Sindaco: «Si occupi del Teatro. Con questo pubblico, le darà grandi soddisfazioni».