Fare Teatro si riprende gli spazi scenici del Verdi nel tradizionalmente “suo” mese di maggio. Protagonisti dal 17 al 24 in Sala Titta Ruffo i ragazzi del Laboratorio di 2° livello, condotto da Cristina Lazzari e Luca Biagiotti, con Le intellettuali (Les femmes savantes). Sul testo, tra i capolavori di Molière, i partecipanti al laboratorio hanno lavorato per sei mesi ed ora è fitto il calendario delle rappresentazioni: giovedì 17, venerdì 18, domenica 20, martedì 22 e giovedì 24 alle ore 21 e domenica 20 anche in pomeridiana alle 17. Il 17, 19 e 23 maggio alle 10.30 il matinée per le scuole.
Le femmes savantes fu messo in scena per la prima volta nel 1672 ed è uno dei testi che Molière non scrisse su commissione, ma per una sua personale necessità espressiva. La vicenda ha al centro la famiglia del ricco borghese Crisalo e l’amore contrastato fra la figlia Enrichetta e Clitandro. Il padre sarebbe favorevole al matrimonio fra i due giovani, ma si scontra con il volere delle “intellettuali” di casa, sua moglie Filaminta, l’altra figlia Armanda e la zia Belisa, le quali per Enrichetta vedono un miglior partito in Trissottani, un vanesio pseudo poeta da loro idolatrato. Il contrasto sulla scelta del genero si risolverà nel momento in cui arriverà, per bocca dello zio Aristo, il finto annuncio della improvvisa e totale rovina economica della famiglia, notizia che vedrà Trissottani tirarsi subito indietro e rivelarsi nient’altro che un venale cacciatore di dote.
Diversi sono gli argomenti messi a fuoco ne Le intellettuali, a partire dal senso e il valore della cultura con tutti gli interrogativi che comporta, compreso quale sia il ruolo degli intellettuali, quale sia il rapporto tra parole e pensiero, se la cultura sia solo Accademia o se, piuttosto, non debba coinvolgere l’uomo nelle sue varie possibilità intellettuali, emotive, spirituali, affettive. Poi le relazioni parentali, che Molière anche qui tratta con sottile ferocia e divertimento, come già in molte altre sue opere. La rivendicazione di emancipazione femminile. A guidare tutta l’azione scenica di Molière è, come sempre, la sua carica d’ironia e di autoironia, il sorridere di se stessi assieme agli altri. Considerati tutti questi temi, la scelta del Laboratorio di Fare Teatro è stata quella di costruire tante immagini di sapori e umori diversi come in un vecchio film anni Cinquanta. Per il testo è stata scelta la traduzione di Cesare Garboli ed è stato anche sviluppato un lavoro proprio sulla traduzione stessa, con il Laboratorio di traduzione dal francese del Dipartimento di filologia letteratura e linguistica dell’Università di Pisa guidato dalla professoressa Barbara Sommovigo.
In scena Gabriele Assandri, Lorenzo Bertelli, Alessandra Bianchettin, Bianca Ceravolo, Ilaria Del Carratore, Giorgia De Marco, Dalila D’Ilario, Camilla Gabbani, Lorenzo Galli, Andrea Macchi, Giulia Marcelloni, Corinna Pacciardi Cini, Chiara Palomba, Chiara Pardi, Edmond Parentela, Clara Pasquale, Silvia Pasqualetti, Asia Pucci, Niccolò Viale e Isabella Covelli. Biglietti in vendita al Botteghino del Teatro al costo di 12 euro, ridotto studenti 7 euro.