L’Italiana in Algeri è un evento cittadino

Con la prima pisana de L’Italiana in Algeri, al Teatro Costanti il 16 novembre 1814 a un anno e mezzo dalla prima assoluta veneziana, il giovane Gioachino Rossini si presentò per la prima volta al pubblico della nostra città. L’opera fu rappresentata con successo per alcuni anni nel teatro che poi fu Ravvivati e Rossi fino al 1828, prima di venire “dimenticata” fino alla messa in scena al Teatro Verdi nel 1983 a cui è seguita solo un’altra occasione nel cartellone 2007/2008. Ecco perché L’Italiana in Algeri che chiude la Stagione Lirica di quest’anno sabato 10 e domenica 11 marzo, firmata dal grande artista Ugo Nespolo per scene e costumi, da Stefano Vizioli per la regia, e diretta da Francesco Pasqualetti, è un grande evento per Pisa. 

Opera lirica in due atti su libretto di Angelo Anelli, caposaldo della produzione rossiniana, L’Italiana in Algeri è andata in scena per la prima volta al Teatro San Benedetto di Venezia il 22 maggio 1813. Ispirata a un fatto di cronaca (la vicenda di Antonietta Frappolli, signora milanese rapita dai corsari nel 1805, portata nell’harem del Bey di Algeri e poi tornata in Italia), l’opera fu qualcosa di veramente inusitato per il costume musicale dell’epoca: per le vertigini d’una coloratura vocale che proprio qui approdavano all’opera buffa senza visibili differenze rispetto alla scrittura dell’opera seria, per le innovazioni determinanti della drammaturgia, per le straordinarie finezze orchestrali. Con le recite di questo fine settimana il Teatro di Pisa, chiudendo la propria Stagione, partecipa allo stesso tempo alle celebrazioni del 150° della morte di Rossini che percorreranno tutto il 2018 e a cui guarderà, in autunno, anche il prossimo cartellone. Così Stefano Vizioli: «Smussare, levigare, semplificare, ovvero, mettere a nudo il meccanismo di quella stendhaliana “follia organizzata e completa” che fa dell’Italiana in Algeri uno dei capolavori assoluti dell’opera comica (non solo) rossiniana. Tagliare più che aggiungere, arrivare al cuore delle situazioni. Perché nella perfetta struttura architettonica di quest’opera si chiude tutto un capitolo storico e culturale che Rossini riassume prima di avviarsi a nuove forme di partecipazione intellettiva». Prosegue Vizioli, a proposito di questa sua nuova collaborazione con Nespolo: «Con Ugo ci unisce un’amicizia pluriventennale e insieme abbiamo firmato già tre allestimenti in giro per il mondo: la partitura di Italiana si attaglia perfettamente al segno colorato, provocatorio ma anche dolcemente infantile del pop artist piemontese». A sua volta Ugo Nespolo ricorda: «Avevo più volte sollecitato Stefano Vizioli a realizzare insieme un’opera di Rossini, compositore che non avevo mai affrontato e che mi piace molto per quell’ironia, quel gioco, quel senso di fiaba che caratterizzano i suoi lavori comici, e quindi mi sono molto divertito a disegnare le scene per L’Italiana in Algeri, un’opera pazza, assolutamente svitata, sia linguisticamente che musicalmente». Anche Francesco Pasqualetti parla di un’opera che ha «una gigantesca portata di gaiezza liberatoria» in cui Rossini genera «una musica che mai nessuno prima di lui aveva neanche lontanamente immaginato, una musica che mandava letteralmente in delirio gli spettatori, loro malgrado coinvolti in una sorta di irrefrenabile delirio collettivo. Una musica capace di annullare d’un colpo le nostre aspettative logiche e di spalancarci le porte di un mondo diverso dal nostro e molto più allegro».

Un’immagine delle prove

Il cast di questo nuovo allestimento del Teatro di Pisa e del Teatro Verdi di Trieste, nuova coproduzione Teatro di Pisa e Teatro Sociale di Rovigo, è composto da giovani e già affermati interpreti: il mezzosoprano Antonella Colaianni, esperta del ruolo, è nei panni della bella italiana Isabella, il basso Alessandro Abis è il bey Mustafà, il soprano Giulia Della Peruta è sua moglie Elvira, il tenore cileno da alcuni anni residente in Francia Diego Godoy è Lindoro, l’amato di Isabella ora schiavo del bey, il baritono Nicola Ziccardi è Taddeo, compagno di Isabella, il soprano Caterina Poggini è Zulma, la schiava confidente di Elvira, il baritono Alex Martini è il capitano dei corsari algerini Haly. Orchestra Arché, al fortepiano Riccardo Mascia, Coro Ars Lyrica preparato dal M° Marco Bargagna.