Nella serata del venerdì santo si è diffusa la notizia che non avremmo voluto apprendere. Paolo Poli ci ha lasciato, poco prima di compiere i suoi 87 anni. Unendoci alle reazioni di cordoglio di tutta Italia, anche su queste righe è doveroso imprimere un saluto a questo enorme artista che tanto ha dato al Teatro. Un saluto, però, che non vuole essere l’ultimo. “Paolo Poli l’intramontabile”, titolavamo quattro anni fa l’articolo pubblicato in occasione della sua ultima apparizione sul palco del Verdi con lo spettacolo Il mare. Un titolo che dovremmo confermare anche oggi: la figura di Paolo Poli non tramonterà mai, così come l’eredità artistica e culturale che lascia rimarrà in eterno per chi il Teatro lo ha amato anche grazie a lui. Queste righe vogliono, e devono, essere un sereno ringraziamento.
Un ringraziamento anche soltanto per i momenti che ha donato alla platea pisana, a cui in ogni tournée non mancava di presentare i suoi divertenti, meravigliosi spettacoli. In occasione dei quali non si risparmiava durante gli incontri con il pubblico, per lungo periodo gestiti dalla nostra redazione e che si svolgevano nella Sala “Titta Ruffo”, allora semplicemente il “Ridotto”. Ricordiamo bene quegli incontri con lui negli anni Novanta e primi Duemila. Quando sommergeva i partecipanti con la sua sconfinata cultura. Inondava tutti con la sua fine ironia, mai volgare anche quando raccontava di apparenti volgarità. E ci regalava battute che porteremo con noi per sempre. “Un artista incommensurabile”, scrivevamo in quell’articolo del 2012, senza essere certo noi a scoprirlo. Di sicuro è in quanto tale che si consegna alla Storia, dopo aver fatto quella del Teatro italiano.